Foto © I. Fornasiero
Se la Sierra Leone costiera è la culla creola di retaggi coloniali che riportano alla memoria secoli di schiavitù e traffici commerciali europei, la regione centro-orientale, nei dintorni di Kenema e Koidu, è la scenografia dove si sono intrecciati i fili tutti contemporanei della guerra civile, incentrata sullo sfruttamento del sottosuolo ricco di diamanti e oro.
Il traffico illegale di diamanti che servì per decenni a finanziare ed armare i ribelli del RUF, accompagna uno dei capitoli più bui della Sierra Leone. Visitare le miniere diamantifere e aurifere, equivale oggi non solo ad avvicinarsi alle realtà artigianali di estrazione e a uno stile di vita dei lavoratori ancora molto duro, ma permette anche la comprensione dei soprusi di una sanguinosa guerra, di cui i “diamanti insanguinati” ne divennero il fulcro e il pretesto.
Oggi una nuova consapevolezza e una riorganizzazione politica, tenta di indirizzare questo settore fondamentale dell’economia sierraleonese verso un’etica più responsabile ed equa. Il settore che causò la guerra, diventa oggi la base di rilancio e di riscatto del paese, lavando via il sangue e riportando alla loro lucentezza metaforica le pietre preziose.
Compito non facile.
Le miniere nella regione tra Kerema e Koidu sono numerose, basterà fare qualche piccola deviazione dalla strada principale per imbattersi in una delle numerose concessioni. Molte sono ancora oggi in mano a imprese straniere, in gran parte libanesi, che pagano una commissione di estrazione e di esportazione al governo sierraleonese, ma la manodopera, quella che fa il lavoro più duro è sierraleonese, primo tassello del settore minerario. Migliaia di sierraleonesi ogni anno si riversano nelle miniere, immergendosi in acque fangose, scavando e rimestando tonnellate di terra argillosa che poi viene passata al setaccio. Solo un occhio esperto e allenato è in grado di scovare un sassolino più brillante tra le tante pietruzze comuni infangate.
Gli operai vengono pagati a giornata e ottengono un compenso extra per ogni diamante trovato. Sul posto sono sempre presenti i compratori che hanno diritto di prelazione sull’acquisto a seguito di accordi ben stabiliti alla base di ogni concessione. Gli scarti potranno essere venduti a compratori alternativi. Le miniere sono il terreno delle prime contrattazioni e il primo anello di una lunga catena commerciale che farà progressivamente salire il prezzo, fino ai tagli definitivi del grezzo e alla vendita finale sulle piazze internazionali di Anversa, New York o Tel Aviv.
Al di là del suo simbolismo storico, economico e geopolitico, una miniera di diamanti della Sierra Leone è oggi un serbatoio di vita quotidiana, una realtà e un microcosmo tutto sierraleonese, dove volti, genti, famiglie intere, lavorano duramente e si guadagnano da vivere, sempre sorridenti e accoglienti, speranzosi che quella giornata possa cambiargli la vita e il destino.