Territorio e Clima
Con una superficie di 1.886.068 km², il Sudan è il terzo paese più grande dell’Africa.
A nord confina con l’Egitto, a nord-ovest con la Libia, a ovest con il Ciad, a sud-ovest con la Repubblica Centrafricana, a sud con il Sud-Sudan, a est con Etiopia ed Eritrea. A nord-est si affaccia sul Mar Rosso.
Il nord del paese è desertico o semi-desertico, con il Nilo e la sua Valle che lo attraversano fino al confine con l’Egitto. A est del Nilo si trova il deserto Nubiano, mentre sulla sponda ovest, a nord di Khartoum, è il deserto di Bayuda, appendice orientale del vasto deserto libico-saharianodelle regioni del Nord-Kordofan e del Darfur.
Più verdi sono le zone meridionali, verso i confini con il Sudan del Sud, nella regione dei Monti Nuba, e nella parte sud-orientale al confine con l’Etiopia, nelle zone comprese tra il Nilo Azzurro e il Nilo Bianco (Gezira), ove si concentrano la maggior parte delle attività economiche del paese, tra cui la coltivazione del cotone per l’esportazione.
Morfologicamente le due aree desertiche, divise nettamente dal Nilo, sono generalmente formate da distese piatte, sassose o sabbiose, alternate a cordoni di dune e sporadiche colline coniche di arenaria. La piana desertica occidentale è interrotta verso il confine con il Ciad, dalla vetta di origine vulcanica del Jebel Marrah (3042 mt), mentre quella nubiana dalla stratificazione geologica del Qash e dalle colline fertili che affacciano sul Mar Rosso.
Il massiccio dei Monti Nuba si estende in tutta la regione del Sud-Kordofan,che svetta fino a 1400 mt. sulle pianure fertili circostanti, che risalgono a sud-est in una piccola area collinare, appendice ultima degli altipiani etiopi.
Nel deserto nubiano l’idrografia è rappresentata dalla Valle Nilo e i suoi affluenti, permettendo alla popolazione agricola di sedentarizzarsi in villaggi lungo le sue sponde. Il Nilo origina dalla confluenza dei due principali affluenti, il Nilo Bianco che sorge in Uganda e il Nilo Azzurro che proviene dall’Etiopia. All’altezza di Khartoum si trova il punto di confluenza, ove poi il fiume continua la sua corsa verso il nord in un unico letto, scandito da 6 cateratte, tratti in cui le rapide rocciose non permettono la navigazione.
Il deserto occidentale al contrario, non viene attraversato da nessun fiume permanente e la popolazione è composta essenzialmente da pastori nomadi che si spostano con le mandrie intorno ai wadi e bacini idrici semi-permanenti.
Altri fiumi importanti che attraversano il paese a sud-est, sono l’Atbara e il Dinder, provenienti dagli altipiani d’Etiopia.
Il lago artificiale Nasser, si protende dall’Egitto al nord della Nubia per circa il 15% della sua superficie, formato dalla diga di Assouan, mentre a sud i laghi principali sono il Kundi nel Darfur, soggetto a evaporazione stagionale, il Khashm El Girba regolato da una diga sul fiume Atbara, il Jebel Awila,anch’esso artificiale sul Nilo Bianco. Un’altra diga importante sul fiume Nilo all’altezza della IVª cateratta, è quella di Merowe.
Il clima in Sudan è prevalentemente arido tutto l’anno, con una stagione delle piogge tra maggio e settembre, in cui la parte sud del paese riceve le maggiori precipitazioni e raccoglie il maggior tasso di umidità. Una stagione delle piogge invernale è registrata sulla costa del Mar Rosso, dove tuttavia, un cordone di colline la isola dalle correnti desertiche, rendendola molto calda e umida tutto l’anno.
Le temperature più alte si registrano a nord nelle zone desertiche e nella regione nubiana durante i mesi primaverili, con punte di 46 gradi °C diurni in aprile e maggio, per poi riabbassarsi con l’arrivo delle piogge (quasi nulle nel deserto nubiano). Una temperatura più mite si registra nei mesi invernali tra novembre e marzo, con temperature diurne intorno ai 30 gradi °C che scendono fino ai 14 °C durante la notte e con un’escursione termica ancor superiore nelle zone desertiche più interne.
Flora e Fauna
Il Sudan è un paese per lo più occupato dal deserto o da zone semi-desertiche, dove cresce una sporadica vegetazione arbustiva. Le zone più verdi si trovano a sud o lungo i corsi fluviali.
La valle del Nilo offre l’habitat a papiri, ambak e palme di vario tipo, tra cui quella da dattero che è coltivata nelle oasi nubiane. Le graminacee e l’acacia nana sono alcune delle rare piante a sopravvivere nelle zone più aride. Dalla acacia senegalese viene estratta la gomma arabica, mentre più a sud crescono alcune piante tipiche della vegetazione sahelo-sudanese: sicomori, baobab e tamarindi.
Nei rilievi più alti del Darfur meridionale crescono alcune infiorescenze quali l’euphorbia nubica, dai fiori rosati.
Nonostante la creazione di alcune aree naturali, la fauna in Sudan è stata decimata da siccità, bracconaggio e conflitti. Nelle zone desertiche, a parte qualche specie di antilope e gazzella, qualche primate e i coccodrilli del Nilo, si può dire che la fauna si riduca ai capi di bestiame d’allevamento (dromedari, ovini, caprini e bovini) e ad alcune specie ornitologiche lungo i corsi d’acqua (gru, ibis e cicogne).
Ben più ricche sono le aree protette marine, dove si trovano tartarughe, delfini, dugong e 450 varietà ittiche, oltre ad avere 124 gruppi di barriere coralline.
I grandi mammiferi selvatici sono ormai estinti o sempre più rari da avvistare, concentrati in prevalenza sui rilievi delle montagne Nuba e nel Parco Nazionale del Dinder.
Parchi Nazionali e Tutela
“Non si lascia nulla, a parte le impronte delle proprie scarpe, non si porta via nulla”.
I pericoli principali per l’ambiente sono in Sudan rappresentati dall’esigenza di creare sempre più aree adatte alla coltivazione, quindi dal disboscamento progressivo delle aree più fertili. L’erosione, l’abbassamento della falda acquifera nel sottosuolo, il surriscaldamento globale, la conseguente avanzata del deserto, hanno contribuito a rendere il nord del paese praticamente disabitato di fauna selvatica. Basti pensare che durante le campagne archeologiche in Nubia, ancora nel secolo scorso, gli scavi venivano delimitati da recinti di rovi, per impedire ai leoni, leopardi e ghepardi di attaccare il campo tendato. Oggi si sono totalmente estinti.
Per tentare di proteggere le ultime specie di grandi mammiferi selvatici rimaste nelle aree meridionali e preservare un’area importante di patrimonio della Biosfera, è stato istituito il Parco Nazionale del Dinder, dall’omonimo fiume che ne disegna il territorio. Nel Darfur è nato invece il Parco Nazionale di Radom e sulle coste del Mar Rosso quello dell’Arcipelago di Suakin e di Songaneb (Patrimonio UNESCO), per tentare di preservare la ricchezza della barriera corallina.
Parco Nazionale del Dinder
Istituito sotto il governo coloniale anglo-egiziano nel 1935, venne successivamente ampliato nel 1985, fino a comprendere un’area di 10.000 km² a sud-est, verso il confine etiope.
Il suo habitat si compone di savana, steppa arbustiva e un complesso eco-sistema fluviale, di vitale importanza per i pascoli della fauna selvatica.
Al suo interno sopravvivono babbuini, varie specie di gazzelle, facoceri, bufali, leoni e molte famiglie di uccelli. Giraffe ed elefanti, un tempo abbondanti in Sudan, sono praticamente scomparsi a causa del bracconaggio incontrollato.
Parco Nazionale Radom
Su un’area di 4.830 km², il parco venne istituito nel 1979. Si trova all’estremo sud del Darfur in una regione caratterizzata da savane e foreste, in una varietà di ecosistemi che lo rendono un’importante riserva della biosfera.
I fiumi permanenti dell’Umbelasha e dell’Adda ne segnano i confini. Il suo habitat umido, un tempo offriva riparo a numerose specie faunistiche, quali giraffe ed elefanti, ma a seguito di guerre, carestie, contrabbando e bracconaggio, la maggior parte degli animali si sono estinti, comprese alcune specie di antilopi.
Parco Nazionale Marino di Songaneb, Dungonab e Mukkawar
Al centro del Mar Rosso, il parco si compone di due siti differenti: l’isola di Songaneb situata a 25 km dalla costa sudanese e più a nord la Baia di Dungonab che comprende l’isola di Mukkawar.
Entrambe i siti si caratterizzano per l’impressionante varietà di barriere coralline, spiagge, atolli e zone di foresta a galleria per la presenza di mangrovie. Totalmente disabitate, offrono riparo a un’incredibile varietà di uccelli acquatici, delfini, tartarughe, squali e numerosissime specie marine, tra cui le mante giganti. La baia ospita la più importante colonia al mondo di dugong (simili ai lamantini). Sull’isola di Songaneb svetta l’antico e caratteristico faro costruito nel 1906 dagli inglesi, mentre adagiata sui suoi fondali riposa la nave da guerra italiana Umbria. Dal 2016 i due siti sono inclusi nella lista del Patrimonio UNESCO.
Parco Nazionale dell’Arcipelago di Suakin
Di fronte alla piccola isola dove venne edificato l’antico porto di epoca tolemaica di Suakin, si apre un insieme di isole e atolli che compongono il parco nazionale marino omonimo. Qui è uno dei fondali più ricchi e variegati del Mar Rosso. Alcune conformazioni geologiche hanno creato delle zone di stalagmiti marine, frequentate da numerose specie ornitologiche, ittiche e mammifere marine. L’Isola di Seil Ada Kabir ospita le tartarughe marine che arrivano sulla spiaggia a deporre stagionalmente le uova. Numerosi branchi di delfini, squali e barracuda raggiungono l’arcipelago tutto l’anno.
Kanaga Africa Tours fornirà consigli e una sorta di vademecum per il rispetto delle zone visitate.