Solo la capitale Khartoum (e in misura minore Port Sudan), offre un’ampia scelta di ristoranti che servono una cucina internazionale, nel resto del paese la ristorazione è limitata alle poche strutture alberghiere presenti o alle caffetterie locali che servono i piatti tipici della cucina sudanese, molto saporiti e ben preparati, ma serviti in un contesto piuttosto spartano. In alcuni villaggi nubiani, l’ospitalità sarà offerta dalle famiglie del posto, assolutamente il metodo migliore per scoprire la cultura gastronomica del Sudan.
Attenzione al pranzo del venerdì, giorno festivo nella cultura musulmana, durante il quale il paese si ferma.
La base della cucina sudanese è decisamente il pane, accompagnato generalmente dalla carne di montone e dagli stufati di legumi, quali fave, fagioli, lenticchie e ceci.
Il pane tipico di mais o sorgo, tondo e spesso, simile a una focaccia(kisra), o una specie di crepe di farina (gourrasa), accompagnano qualsiasi piatto della cucina sudanese, come l’immancabile ful, una sorta di purè o zuppa (chorbet) di fave, l’a’das, il corrispettivo di lenticchie, e la fasuliya, come si intuisce dal nome, uno stufato di fagioli e salsa di pomodoro piccante.
Caratteristico è il miris, uno stufato di grasso di pecora, cipolle e okra, una sorta di baccello simile a una piccola zucchina, ampiamente utilizzato nella cucina di tutta l’Africa (chiamato anche gombo). Insomma, verdure e ortaggi trovano largo seguito tra i piatti sudanesi e preparati in mille modi diversi, anche sotto forma di zuppe, ricche insalate crude, o gustosissime tamayya, polpettine vegetali aromatizzate al coriandolo, meglio note in Medio Oriente come falafel.
In genere la carne di montone o di dromedario, viene arrostita a pezzetti (kebda e shaya) o stufata con fagioli e verdure, incluse le interiora (elmaraara), e spesso insaporita da pasta di arachidi. Anche il pollo e le uova sono ampiamente consumati.
Il fassikh è invece un piatto a base di pesce stufato nella salsa di pomodoro e arricchito di spezie.
Se a sud spopola il riso, accompagnato da una grande varietà di salse e stufati, a nord è piuttosto amato il couscous, anche se non è un alimento tipico della cucina sudanese.
Molto amato è il formaggio fresco di capra, simile alla feta, il jubna.
Il dessert per eccellenza è il dattero, soprattutto in Nubia dove viene venduto “a grappoli”. Il mukhbaza è invece un composto di frumento e purè di banane al miele, molto amato dai popoli dell’est.
Le bevande internazionali sono abbastanza diffuse, ma sulla strada si troverà solamente il tè verde, venduto in piccoli bicchierini dalle ragazze “sitta chay”, che offrono anche del caffè e delle zalabiya (bignè fritti), oppure dell’infuso di ibisco (carcadè) e il gongales (un succo di baobab). Il tè e il caffè sono proposti nella versione classica o aromatizzati allo zenzero, alla menta, al miele e al latte.
In alcune zone della Valle del Nilo, si riesce a trovare un distillato artigianale di dattero molto forte, l’araqi, ma ricordiamo che la vendita di alcool è formalmente proibita.