Popolazione
Il nome Sudan deriva dall’arabo “bilad as-sudan”, che significa “il paese dei neri”.
Il Sudan è in effetti il paese africano in cui la cultura araba si incontra e si fonde con quella subsahariana.
Con una popolazione di 40.000.000 di abitanti, la Repubblica del Sudan è per lo più abitata da popoli dalla forte identità araba, ma il cui mosaico di etnie in realtà si è formato dal mélange di tre ceppi principali, quello nilotico, quello camito e quello semitico. Oggi la capitale Khartoum è anche la più popolosa con circa 800.000 abitanti, che raggiungono i 6.000.000 nell’hinterland, se si considera che solo la vicina città di Omdurman supera i 2.000.000 di residenti.
Il 70% della popolazione è formato da Baggara (gli arabi del Sudan), originariamente allevatori e carovanieri nomadi, si sono istallati in Sudan verso XVI secolo. Divisi in numerosi sottogruppi, ognuno con la propria variante dialettale araba locale, si sono in parte sedentarizzati nei grandi centri urbani. Tra essi il gruppo minoritario dei nomadi Rashaida, arrivati nel XIX secolo, parlano ancora l’arabo peninsulare e sono i più identitari.
I Beja, vivono soprattutto nella regione orientale che si affaccia sul Mar Rosso e intorno a Kassala, sono storicamente considerati i guardiani dello stretto marittimo e parlano la propria lingua bedawi, pur essendo culturalmente influenzati dalle discendenze arabe. Sono associati ai beduini egiziani e come loro, sono interamente islamizzati. Di cultura nomade hanno anche giocato un ruolo fondamentale nei commerci verso le Indie e nei trasporti marittimi sullo stretto del Mar Rosso.
I Fellata, di origine peuhl occidentale, si sono stanziati in Sudan grazie all’originaria pratica nomade. Interamente islamizzati, praticano in prevalenza la transumanza e parlano la propria lingua, nelle numerose forme dialettali, presenti in tutta l’Africa centro-occidentale. Popolo fortemente identitario, è rimasto attaccato ad alcuni cerimoniali pre-islamici. Famosa è la loro bellezza ed eleganza.
I Fur, popolano soprattutto il Darfur e sono popolazioni di agricoltori, ciascuno parlante il proprio dialetto darfuri. Pur essendo musulmani, sono storicamente i più grandi contestatori della cultura nomade di origine araba. Questo ha scatenato per anni delle guerre nel Darfur per l’indipendenza delle popolazioni sedentarie di identità fur, contro il governo centrale arabo e contro le popolazioni nomadi.
I Nuba, coltivatori della regione dei Monti Nuba, ivi rifugiatisi per evitare l’islamizzazione, la schiavitù e le supremazie arabe, sono rimasti in gran parte animisti, o comunque fortemente ancorati alle tradizioni ancestrali che praticano in sincretismo con l’Islam o il Cristianesimo. La loro lingua è di origine congo-nigeriana.
I Nubiani, costituiscono il gruppo più antico e caratteristico del popolo sudanese, per la sua lunga storia che coincide con quella dell’antico Regno Kushita. Vivono nelle terre del deserto nubiano, lungo le Valli del Nilo, a nord-est del Sudan. Agricoltori, pescatori e commercianti, parlano l’antico nubiano, con le sue varianti. Caratteristici sono i loro villaggi con le case in mattoni crudi e la volta a botte, e dalle belle porte dipinte.
Gli Shaigiya, sono invece un popolo di sangue misto arabo e nubiano, che vivono soprattutto nella zona tra Dongola e Kurti, nel deserto di Bayuda. Si considerano di discendenza araba, appartenenti al gruppo Baggara, ormai sedentarizzati da secoli. Furono un tempo dei valorosi guerrieri.
Lingue
La lingua ufficiale è l’arabo letterario, che si diversifica nelle varie forme dialettali regionali dell’arabo sudanese.
L’inglese è utilizzato come lingua franca, soprattutto nell’istruzione, nella comunicazione internazionale e nei commerci. .
Tra le lingue locali afro-nilotiche le più diffuse sono il bejà (bedawi) nella regione orientale che affaccia sul Mar Rosso e il fur, nelle varianti principali dello zagawa e del masalit, nelle regioni occidentali. Infine il nubiano (nobiin), in tutto il deserto settentrionale della Nubia, una delle lingue autoctone più antiche e la più diffusa nel settentrione, assieme all’arabo sudanese.
Religione
Se in Sudan fu il cristianesimo la prima religione monoteista a diffondersi, oggi il paese è pressoché totalmente musulmano e regolato dalla sharia. Vietati sono l’alcool e l’apostasia, anche se viene rispettata la libertà di culto per le comunità straniere o le minoranze che appartengono storicamente ad altre confessioni religiose. L’omosessualità è duramente repressa, mentre le donne devono rispettare uno stretto codice d’abbigliamento e comportamentale. Il 90% dei sudanesi è sunnita e segue la corrente spirituale del sufismo.
Un piccola percentuale di cristiani vive in comunità in prevalenza copte, a sud-est, e nel meridione molti cristiani e musulmani sono rimasti legati in sincretismo all’animismo ancestrale.