Foto © L.F. Paoluzzi
Se la storia della Nubia si intreccia indissolubilmente e si fonde con quella dell’Antico Egitto faraonico, in un continuo cambio di equilibri geopolitici millenari, i suoi abitanti, chiamati in antichità Kushiti, seppero preservare intatta la propria identità.
Ancora oggi le scarificazioni sui volti ne marcano l’antica appartenenza e, se la lingua nubiana è stata in parte contaminata dall’arabo, si trovano ancora alcune zone remote ove si continuano a parlare i dialetti di origine kushita.
La zona abitata dai nubiani si può individuare in quell’area della Valle del Nilo compresa tra la Iª e la VIª cateratta del fiume. Di questa civiltà antichissima rimangono oggi le numerose e preziose testimonianze archeologiche, ma anche gli usi e costumi che sono stati tramandati di generazione in generazione in seno alla popolazione rurale.
La prima cosa che colpisce è la loro proverbiale ospitalità. Le caratteristiche case tradizionali in argilla intonacata e dipinta, con le loro bellissime porte decorate quale meraviglioso benvenuto, sono oggi aperte a tutti i visitatori di passaggio, senza alcun pregiudizio. Basti pensare che una delle usanze tipiche di questo popolo è quella di tenere una giara di acqua fresca sull’uscio, a disposizione di qualsiasi viandante di passaggio.
All’altezza della IIIª cateratta, si trovano i villaggi tra i più antichi e caratteristici della Nubia, oltre ai siti archeologici che riportano all’epoca primordiale della civiltà kushita, quando la capitale Kerma e le monumentali deffufas erano ancora scevre delle contaminazioni stilistiche dei vicini Egizi. La ricchezza del luogo, le terre fertili delle piane alluvionali nilotiche, la generosità del sottosuolo, dovettero successivamente attirare il potere faraonico che a ondate successive tentò di controllare la Regione.
Testimonianze straordinarie di questa dominazione, si ritrovano nel Tempio di Sesibi, nello straordinario edificio dedicato a Tiye, sposa di Amenofis III, a Sedeinga e tra la monumentale teoria di colonne del Tempio di Soleib, dedicato alla divinità egizia Amon-Ra.
Il piccolo villaggio di Tombus, con gli esempi più belli e colorati di antiche porte nubiane, conserva tra le sue cave di granito, alcuni tesori millenari, quali la stele di Tumotse III, che celebra la famosa vittoria dell’Egitto sui re Kushiti e una bellissima statua del grande Taharqa, o forse di suo figlio, risalente all’epoca successiva, in cui furono invece i re Kushiti a rivalersi sugli Egizi, fino ad autoproclamarsi Faraoni essi stessi.
L’atmosfera placida e pacifica di questi accoglienti villaggi tradizionali, adagiati sulle rive del grande Nilo, accompagna le scenografie di luoghi carichi di storia e di cultura millenarie.