Se la Tanzania è famosa per gli splendidi soggiorni balneari a Zanzibar (Isola di Unguja), meno nota è per gli incantevoli e poco frequentati paradisi marini e sottomarini che abbracciano l’Isola di Pemba o il piccolo isolotto di Mnemba, appartenenti anche essi all’Arcipelago zanzibarino, e per la meravigliosa Mafia, adagiata al largo delle coste del sud.
Isole selvagge di sabbia bianca come il talco, di palme da cocco e di intricati canali di mangrovie, terre colorate di campi speziati che profumano di esotico, incorniciate dalle idilliache trasparenze turchesi dell’Oceano Indiano e circondate da fondali ricchi di vita acquatica, solcati in superficie solo dalle scie dei dhow o dal guizzo dei branchi di delfini.
Isola fertile che profuma di chiodi di garofano e ylang-ylang, Pemba, chiamata anche “Isola Verde” (Al Khudra), è la seconda più grande della Tanzania dopo Unguja (meglio nota come Zanzibar). La bellezza ambientale di uno dei tratti di mare più pescosi del Continente Africano, si concilia a Pemba con una straordinaria terra generosa, una storia antica che abbraccia epoche e culture diverse, dal Medioevo persiano, agli approdi portoghesi, ai sultanati omaniti, testimoniata da numerose vestigia del passato, e un volto tutto africano, ricco di tradizioni, incentrato sulla medicina tradizionale dei waganga, sorta di guaritori/stregoni.
Meno frequentata di Zanzibar dal turismo internazionale, quest’isola di spiagge incontaminate, di immense risaie, colline di essenze e campi di canna da zucchero, regala tra i fondali più belli e variegati della Tanzania, ideali da scoprire per gli appassionati di snorkeling e immersioni. Una costa paradisiaca, dove i resort turistici non hanno ancora preso il sopravvento, mimetizzati timidamente tra una vegetazione esuberante, abitata dai baby bush (sorta di piccoli lemuri), tartarughe marine e delfini che fanno capolino tra le acque turchesi del Canale di Pemba e tra gli atolli paradisiaci che come dei piccoli monili, impreziosiscono assieme alla barriera corallina i profili dell’isola. Tra le curiosità di Pemba è l’antica usanza di una corrida di zebù, probabilmente una reminiscenza della presenza portoghese, ma che fortunatamente risparmia la morte violenta all’animale, secondo i precetti dell’Islam.
Di estensione più contenuta è invece l’Isola di Mafia, conosciuta anche come Chole Shamba. Assieme a Unguja e Pemba, appartiene alle cosiddette “isole delle spezie”, ma non inclusa nell’Arcipelago di Zanzibar. La sua bellezza paesaggistica si riflette anche sui suoi fondali ricchissimi di colori e vita sottomarina, rendendola celebre per le immersioni. La natura selvaggia marca il volto di questo paradiso, fatto di spiagge idilliache, acqua cristallina e barriere coralline, dove il turismo è ancora poco sviluppato, lasciando l’isola ai margini del flusso internazionale, diretto in prevalenza sull’Arcipelago di Zanzibar, più a nord.
Gli abitanti vivono prevalentemente di pesca di sussistenza, praticata sui dhow con metodi tradizionali, di raccolta di essenze e cocco. I più fortunati, a Mafia, potranno godere dell’emozionante avvistamento dei timidi e sempre più rari squali balena, che fanno capolino stagionalmente, assieme alle balene megattere e una moltitudine di specie ittiche.
Ma per chi è in cerca dell’esperienza più indimenticabile a contatto con la natura marina più incontaminata dell’Oceano Indiano, da non perdere è un’escursione sull’atollo di Mnemba, vera e propria gemma incastonata a largo delle coste di Zanzibar (Isola di Unguja).
Una vegetazione rigogliosa inanellata da una striscia di sabbia bianca e fine come borotalco, si perde tra le sfumature color smeraldo, turchese e cobalto del mare, protetto da una delle barriere coralline più sorprendenti dell’arcipelago zanzibarino, oltre il quale fanno capolino i delfini, gli squali tigre e le balene megattere.
Raggiungibile con un dhow dalla costa orientale di Unguja, appare in breve tempo questo vero e proprio paradiso in miniatura, un atollo praticamente disabitato e selvaggio, se non fosse per alcuni bungalow di un resort esclusivo, da mille e una notte, non solo per la qualità della ricezione, ma soprattutto per la straordinarietà del contesto in cui si trova.