Dall’arte tradizionale alla musica, dai gioielli ai tessuti, in Togo c’è solo l’imbarazzo della scelta sui souvenir da comprare.
I mercati e le boutique dell’artigianato non mancano e in ogni città principale ne troverete svariati. Se nelle zone rurali non esistono dei negozi veri e propri, a parte qualche cooperativa, troverete comunque dei bellissimi manufatti ovunque, venduti dalla popolazione locale all’ombra di un albero, esposti su una stuoia colorata in ogni angolo ombreggiato o tra le più svariate mercanzie dei mercati settimanali.
Il villaggio e il centro artigianale di Lomé e quello di Kpalimé sono tra i più forniti. Qui si potranno trovare i celebri tessuti wax di cotone, le calebasse decorate, gioielli e sculture di tutte le forme, i presepi di legno o pietra, ogni tipo di maschera e strumento musicale, i batik tipici del sud, e perfino prodotti tipici dell’alimentazione, come il caffé, il miele, le noccioline squisite e le confetture. Molti visitatori non hanno rinunciato a mettere in valigia una bottiglia di sodabi (grappa di palma) o un ananas dolcissimo, ma attenzione con i prodotti biologici freschi perché le dogane potrebbero protestare.
I tessitori di Bafilo e quelli di Sokodé o Dapaong, saranno una tappa obbligata per chi volesse comprare i magnifici tessuti di cotone rigato, tipici di queste zone. L’Associazione Codhani, vicino a Kara, gestita da disabili è invece interessante per souvenir quali borse o camice batik e in wax. In tutto il Togo ci sono tante cooperative femminili che producono saponi artigianali, burro di karite, pomate varie a base di prodotti naturali.
Per quanto riguarda i mercati settimanali dove trovare qualsiasi tipo di mercanzia, ricordiamo i tre forse più interessanti e movimentati, quello del venerdi a Vogan, quello del mercoledi a Nadoba e quello domenicale a Tchamba.
Per i collezionisti sui generis, assolutamente da non perdere è il Mercato dei Feticci di Lomé, un tripudio di teschi animali, pelli essiccate, piume e ossa, polverine e pozioni miracolose, talismani portafortuna, serpenti imbalsamati, gusci di testuggine e l’immancabile bambolina infilzata di spilli, cara non tanto alla tradizione vudù, quanto allo stereotipo che ne ha fatto la cinematografia hollywoodiana e che gli artigiani locali, esperti in “marketing”, hanno prontamente riprodotto, sotto la forte domanda del mercato turistico.