Territorio e Clima
Il Togo è uno dei paesi più piccoli dell’Africa Occidentale e si estende su una superficie di 56.800 km², bagnata a sud dall’Oceano Atlantico e confinante a ovest con il Ghana, a nord con il Burkina Faso, a est con il Benin.
Si divide in due zone geografiche principali. Il nord dalla natura arida tipica delle savane del Sahel, caratterizzato da una vegetazione arborea bassa e rada, il sud dalla tipica natura tropicale umida della fascia atlantica, fatta di foreste ad alto fusto e a galleria, piantagioni, lagune e spiagge orlate di palme.
Morfologicamente si presenta piuttosto vario, a sud e a est pianeggiante, con il litorale interrotto da alcune zone lacustri e paludose, a nord movimentato dai profili delle falesie rocciose del massiccio dell’Atakora,che condivide con il Benin e il Ghana, e a ovest, nella regione di Kpalimé e Atakpamé, caratterizzato dalle vette più alte e lussureggianti del paese, un’appendice estrema meridionale della catena dell’Atakora, che raggiunge i 1000 mt. sul Monte Agou.
Il lago Togo che deve il nome al paese, è incastonato tra le pianure del meridione e un cordone litoraneo, che lo separa geograficamente dalla costa, ma le cui acque ne sono comunque in comunicazione tramite la foce orientale del fiume Mono. Su questo stesso fiume, che scorre sulla linea di confine con il Benin, è stato creato il lago artificiale di Nangbeto.
Il fiume Oti che origina dal Benin, ne attraversa il territorio da nord-est a sud-ovest andandosi a gettare nel lago Volta in Ghana.
Il sud dal clima tropicale, umido e caldo, è soggetto alla corrente atlantica del Golfo di Guinea, con temperature che variano tra i 23 °C e i 32 °C durante le due stagioni delle piogge (una tra aprile e giugno e la seconda tra settembre e ottobre) e tra i 25 °C e i 38 °C durante la stagione secca (nel resto dell’anno).
Il nord presenta un clima più secco, tipico del Sahel e soggetto ai colpi di coda del vento di harmattan proveniente dalle zone desertiche, in cui le temperature variano tra 15 °C e i 30 °C durante i mesi invernali, tra i 26 °C e i 42 °C durante i mesi primaverili e i 22 °C e i 32 °C nell’unica stagione delle piogge che va da maggio a settembre.
Flora e Fauna
Come gli altri paesi del Golfo di Guinea anche il Togo riceve copiose precipitazioni nella sua zona litoranea e sui monti occidentali per buona parte dell’anno, presentando quindi una rigogliosa vegetazione tropicale, ricca di foreste primarie, interrotte da risaie, piantagioni di palma da cocco sulle spiagge, di banani, ananas, cacao e caffè. Le foreste a galleria dominano le aree pianeggianti, mentre gli alberi ad alto fusto sono predominanti sui rilievi centrali. Caratteristici sono i monumentali iroko che svettano fino a 50 mt di altezza. Nelle colline della fascia mediana la vegetazione va progressivamente diradandosi in boscaglia di anacardi, manghi, alberi di tek, alternati a coltivazioni di igname e manioca.
Man mano che ci si sposta in direzione nord, il paesaggio si inaridisce e comincia la brousse (la savana) del nord. Le coltivazioni di cereali quali il miglio, il mais e il sorgo, si alternano a una vegetazione di tipo arbustivo puntellata di neré, karité, sicomori e baobab.
Il Baobab (adasonia digitata) è il simbolo dell’Africa. Questo grande albero, dal tronco tozzo e i rami deformi, è sicuramente l’albero più importante per le popolazioni del nord. Della famiglia delle bombacacee, è un albero secolare che può raggiungere i 35 metri di altezza e i 6 metri di diametro, viene praticamente utilizzato in tutte le sue parti. I fiori grandi e carnosi si consumano crudi, le foglie, ricche di calcio e ferro, si mangiano come verdura o come spezia. I frutti (pane di scimmia), sono ricchi di vitamina B1 e C e si succhiano al naturale o si pressano in una bibita rinfrescante. I gusci del frutto si fanno essiccare e si usano come utensili, mentre dalle radici si estrae una tintura di colore rosso. Le sue proprietà terapeutiche sono molteplici e note fin dall’antichità. Con le foglie si curano infiammazioni, asma, coliche, febbre, sudorazione eccessiva, diarrea e infezioni urinarie. La scorza è un rimedio contro il rachitismo e un calmante per il mal di denti. La polpa dei frutti è indicata contro la dissenteria e contro la malaria. Ogni abitazione nel nord del Togo è costruita vicino a un baobab e ancora oggi viene investito di poteri sacri all’animismo. I baobab più vecchi tendono ad avere un tronco cavo, che viene usato quale riparo, ma soprattutto quale luogo sacro ai sacrifici e riti propiziatori.
La fauna in Togo si è considerevolmente ridotta nel corso degli anni, soprattutto a nord, per via del disboscamento, delle coltivazioni intensive e del fenomeno del bracconaggio.
Scimmie, antilopi e facoceri sono sempre più rari, mentre gli elefanti o i grandi felini sono ormai estinti. Abbondano le famiglie di roditori, tra cui gli agouti (molto ricercati anche in tavola), e vicino ai corsi d’acqua resistono un numero consistente di colonie di ippopotami e coccodrilli, oltre a numerose specie ornitologiche.
La zona dei Monti tra Kpalimé e Atakpamé, presenta un ecosistema ideale per numerosi insetti e farfalle, alcune estremamente rare, mentre sulle belle spiagge del litorale arrivano le tartarughe marine a deporre stagionalmente le uova.
Parchi Nazionali e Tutela
“Non si lascia nulla, a parte le impronte delle proprie scarpe, non si porta via nulla”.
Alcune delle principali minacce per l’ambiente in Africa Occidentale, sono il disboscamento, l’erosione, l’inquinamento e la caccia incontrollata.
Non di rado nelle città del nord si incontrano sulle vie principali, processioni infinite di moto con i giovani delle confraternite dei cacciatori (una vera e propria casta che risale agli antichi guerrieri tribali) di ritorno dalla battuta, vestiti degli abiti tradizionali in cotone tinto di ocra e accompagnati dal proprio cane adagiato in bilico sulle ginocchia.
Le risposte ai problemi ambientali sono piuttosto deboli e generalmente sotto iniziativa di piccole associazioni locali.
Nella zona di Kpalimé, la più preziosa riserva ambientale del paese, ricca di eco-sistemi, alcuni gruppi di giovani tentano da svariati anni di risanare i torrenti della regione (importanti risorse idriche per le comunità), rendere accessibili i sentieri che conducono alle numerose cascate e laghetti naturali, creare piccole aree verdi urbane e sensibilizzare alla protezione delle farfalle e allo smaltimento dei rifiuti.
Nel nord del paese, sono stati fatti sporadici tentativi di divulgare i forni a legna a risparmio energetico, ma questo non ha arrestato il disboscamento nella zona del Parco Nazionale del Keran, che ormai si è spopolato delle numerose specie animali che lo abitavano.
Parco Nazionale del Keran e Riserva dell’Oti
La riserva si estende per 1.800 km² lungo la valle del fiume Oti, al confine con il Burkina Faso e il Benin, e per 1700 km² nella regione compresa tra le savane del nord e la città di Kara. Il suo vasto territorio sahelo-sudanese, ospita le ultime specie di ippodraghi, scimmie, facoceri, specie ornitologiche quali cicogne, gru e marabù, e ancora ippopotami e qualche rarissimo elefante proveniente generalmente dal Burkina Faso. Ormai estinti i leoni che abitavano numerosi la regione negli anni passati.
Parco Nazionale de Fazao-Malfakassa.
Su una superficie di 192.000 ettari, il parco comprende una vasta area a sud di Kara, fatta di gallerie forestiere e piane fertili. Abitato da antilopi, facoceri, bufali, molteplici famiglie di rettili e uccelli, è anche habitat fluviale di coccodrilli e anfibi, diviso in una zona protetta e in una riserva controllata di caccia (uno dei principali sostentamenti per le popolazioni locali).
Kanaga Africa Tours fornirà consigli e una sorta di vademecum per il rispetto delle zone visitate.