Foto © T. Redaelli
Dapaong è la città principale della regione delle savane, capoluogo della cultura Moba-Gourma. In questa regione le tradizioni sono rimaste sostanzialmente intatte e ancora oggi la popolazione vive prevalentemente di caccia e agricoltura.
Distanti qualche decina di chilometri, nel cuore della savana, sono facilmente raggiungibili le misteriose pitture rupestri di Namoudjoga, disegni stilizzati sulla parete di un meraviglioso megalite, che non sono ancora stati datati con certezza, nonostante i numerosi studi effettuati. Le equipe scientifiche sono comunque concordi che si tratti di testimonianze molto antiche, che risalgono ad almeno 4.000 anni fa.
Alla frontiera con il Ghana, nei dintorni del villaggio di Nano, si trova uno dei siti più spettacolari di tutto il Togo. I granai di Nok e di Mamproug, in lista nel tentativo di diventare patrimonio Unesco. Arrivati in cima alla Falesia si gode di una vista spettacolare sull’intera regione delle savane e nascosti nelle fessure della roccia, raggiungibile solo calandosi nel vuoto attraverso una scala di ferro fissata alla parete, si raggiunge un insospettabile sito che fu un tempo il rifugio per intere tribù, in fuga dalle incursioni nemiche, dall’islamizzazione e dalla schiavitù. Qui una piccola sorgente d’acqua che sgorga tra la roccia, rendeva quel luogo impervio abitabile anche per lunghi periodi. Per conservare i cereali, vennero costruiti una serie di granai di argilla e le caverne più profonde fungevano da abitazioni e luoghi di riunione. All’epoca l’unico modo per accedervi era probabilmente quello di calarsi dalla parete liscia della falesia, utilizzando corde e liane, o aggrappandosi alle radici degli alberi. Sconsigliato vivamente a chi soffre di vertigini!
Una tappa obbligata del nord del Togo è rappresentata da Sokodé e i suoi dintorni. Cittadina piuttosto popolata, Sokodé di per se non ha grandi attrattive, a parte il movimentato mercato e una interessante cooperativa che propone meravigliosi tessuti tradizionali di cotone, saponi artigianali e pomate naturali per il corpo. Il vero punto di interesse della zona è rappresentato dal vicino villaggio tradizionale dei guerrieri Tem, chiamato Kparatao, dove sono ancora conservate le tombe e i cimeli originari del fondatore e dei suoi successori.
I Tem erano per tradizione dei valorosi guerrieri, al punto che avevano sviluppato il potere di essere immuni alle ustioni del fuoco. Questa capacità si trasmette ancora oggi di generazione in generazione. Esperienza unica e molto suggestiva è assistere alla celebre cerimonia notturna del fuoco, in cui un gruppo di iniziati, si cosparge il corpo di braci e si passa tizzoni ardenti perfino sulla lingua, senza riportare nessuna ustione. E’ così che hanno sconfitto per secoli i nemici e conservato la propria identità.
A una trentina di chilometri da Kparatao è il villaggio di Tchamba, dove si svolge la domenica uno dei più caratteristici mercati settimanali di tutto il Togo. La zona di Sokodé è una delle più islamizzate del Togo, ma è anche un crocevia di etnie, popoli e lingue, che hanno mantenute vive le proprie tradizioni. Il mercato di Tchamba ne è l’essenza, il punto di incontro dove confluisce una moltitudine di genti da tutta la regione, con le mercanzie più svariate e i propri savoir-faire, dai tamberma ai peuhl, dai kabyé ai tem, e non di rado è facile incontrare mercanti provenienti dal Benin, dal Ghana e dal Burkina Faso. L’area del mercato è enorme e le bancarelle sono disposte attorno alla struttura principale e nelle vie intorno. Qui si trova veramente di tutto, dagli alimenti, alla ferramenta, alle calebasse, ai tessuti, abiti, stoviglie, strumenti musicali. Impressionante è la quantità di venditrici ambulanti di cibo. Ce ne è per tutti i gusti, dal pesce fritto al pollo arrosto, dall’agouti agli spiedini di carne, dalla faraona con patate dolci o igname fritto al riso e manioca con salsa, e un tripudio di formaggio peuhl fritto con salsa piccante. Veramente da leccarsi i baffi, ma bisognerà adattarsi a mangiare in piedi.