Popolazione
La Repubblica Costituzionale del Togo conta una popolazione di 8.600.000 abitanti. La capitale, nonché città più popolosa, è Lomé con 1.600.000 abitanti.
Nonostante sia in superficie un paese di piccole dimensioni, la sua popolazione si compone di un ricco mosaico di lingue, culture e origini diverse.
Gli Adja-Ewe costituiscono il gruppo maggioritario con il 44% circa della popolazione, stabiliti soprattutto nel sud e nella parte centrale. Si compongono di numerosi sottogruppi, tra cui i Mina e Guin di origini fanti-akan del Ghana, che furono i principali interlocutori degli europei nella tratta negriera e nei commerci, e gli Ewe provenienti dal Benin, che si stabilirono in Togo per sfuggire alle pressioni imperialiste del Regno di Dahomey e alla tratta negriera di Ouidah. Sono tradizionalmente adepti delle divinità vudù, nonché estremamente devoti alle gerarchie delle discendenze reali. Molti di essi si sono convertiti al cristianesimo, anche se continuano in sincretismo a venerare i feticci e seguire i capi spirituali e le sacerdotesse della foresta sacra.
I Lama, i cui sottogruppi principali sono i Kabyé e i Tem,rappresentano il 26% circa dei togolesi e abitano in prevalenza il centro e il nord-est del paese. Di origine burkinabé scapparono dall’islamizzazione, trovando rifugio sulle falesie togolesi e respingendo i nemici con la loro abilità di antichi guerrieri e cacciatori. Ancora oggi i Tem, nonostante si siano in gran parte convertiti all’Islam, praticano le antiche cerimonie animiste del fuoco e le danze tribali, che li fortificavano prima di ogni in guerra e li rendevano invincibili in battaglia. Oggi sono popoli dediti in prevalenza all’agricoltura, alla caccia e alla fabbricazione di tessuti in cotone.
I Para-Gourma sono il 16% della popolazione e si compongono di svariati sottogruppi che abitano in prevalenza la regione nord delle savane e delle colline. Tra questi sono i Tamberma, nella regione dell’Atakora, al confine con il Benin. Migrarono nell’XI secolo dal Burkina Faso per sfuggire alle incursioni e all’islamizzazione, arroccandosi sulle colline rocciose e costruendo le tipiche abitazioni in argilla, dalla minuziosa ingegneria difensiva. Popolo di agricoltori è rimasto molto attaccato alle proprie tradizioni e alla religione animista con uno dei culti dei feticci più complesso di tutta la regione. Caratteristico è il copricapo nuziale femminile con le corna di osso e le scarificazioni identitarie.
Gli Akposso-Akebou e gli Ana-Ifé, di origini yorouba, rappresentati da sottogruppi minori che vivono prevalentemente nella zona di Atakpamé e Notsé. Sono dediti in prevalenza all’agricoltura e presentano una società fortemente gerarchizzata. Si sono quasi interamente convertiti al cristianesimo ma molti praticano in sincretismo la religione vudù.
Lingue
La lingua ufficiale in Togo è il francese, usato anche tra gruppi di lingua locale diversa.
Tra le lingue locali, a sud prevale il ceppo linguistico Kwa che include tra gli altri l’ewe e le sue svariate forme dialettali, e lo yorouba.
A nord il para-gourma che comprende tra i vari il gourma, il bassari, il tchamba e il tamberma.
Infine le lingue Tem del centro-nord, il kotokoli, il kabyé e il lamba.
Religione
Il cristianesimo è praticato dal 30% dei togolesi, quasi fanatici nel seguire questa confessione, al punto che la Diocesi di Togoville, con la sua bella cattedrale del 1910 fu teatro di un’apparizione della Vergine Maria sulle rive del lago omonimo, negli anni ’70, fenomeno questo che è stato riconosciuto dalla Chiesta di Roma e ha meritato la visita di Papa Giovanni Paolo II.
L’Islam è diffuso nel 12% della popolazione, soprattutto nelle regioni del centro-nord, tra Sokodé e la città di Kara, le più islamizzate di tutto il Togo.
Le religioni tradizionali (vudù a sud e animismo a nord) sono tuttavia quelle ancora oggi più seguite dalla quasi totalità della popolazione togolese.
Non di rado, infatti, viene praticato sia il cristianesimo che il vudù in sincretismo, cosi come non di rado chi si professa musulmano continua a seguire in parallelo il culto dei feticci animisti e delle iniziazioni ancestrali.
Se Togoville, Aneho e Notsé sono centri spirituali della religione cattolica, lo sono altrettanto anche per il vudù.
Si tratta di una religione piuttosto complessa e gran parte dei suoi riti, officiati da preti iniziati ad una specifica divinità, sono segreti e riservati per l’appunto solo agli adepti a tale divinità.
Tutte le manifestazioni di forze indefinibili, tutti i fenomeni che oltrepassano i limiti dell’immaginazione e della razionalità umana, sono considerati come vudù, ossia come ciò che è nascosto, misterioso e ultraterreno.
Il vudù non è solo é solo il triste stereotipo hollywoodiano della bambolina infilzata di spilli ma, secondo la concezione originaria, esso simbolizza e sintetizza dei valori tipicamente africani come il rispetto della natura e della vita, il senso profondo della comunità e delle forze trascendentali, la convivialità, l’amore, la simbiosi tra le energie cosmiche, le gerarchie sociopolitiche della società e dell’individuo.