- Dimensioni del mercato: La Tunisia ha una popolazione censita ufficialmente nel 2014 di 10.982.754 abitanti e stimata nel 2023 a 11.850.232 abitanti.
- Settore primario: Le principali produzioni sono i cereali e, in particolare, il frumentò e l’orzo. Oltre a vaie colture largamente esportate come olio d’oliva, pomodori, uva, agrumi e datteri. L’allevamento è prevalentemente ovino e i prodotti principali della pesca sono tonni e sardine.
- Tra i primi produttori al mondo di fosfati: vasti sono infatti i giacimenti che sono localizzati presso Gafsa e collegati tramite ferrovia ai porti di Biserta e Sfax. Presso El-Kef ci sono depositi di minerali di ferro. Presso Redeyef si estrae barite. A Megrine, Soliman, Rass, Dimass, Sidi Salem, Kerkenah si produce sale marino.
- A differenza dei paesi vicini, la Tunisia non è autosufficiente dal punto di vista energetico. I maggiori giacimenti di petrolio sono quelli di El-Borma, Ashtart e Duoleb (collegati con un oleodotto a La Skhirra) e del golfo di Gabes.
- Turismo: costituisce una delle principali attività economiche del Paese, ma è in parte compromesso dall’insicurezza che accompagna le crisi politiche. E, nonostante non ci siano più stati attentati e non si siano verificate situazioni critiche, dopo l’attacco a Il Bardo (2015), il turismo non è si è ancora realmente ripreso anche se il flusso turistico è migliorato nell’ultimo anno. Numerosi e frequenti sono comunque i collegamenti con l’Italia, sia aerei, sia via mare anche perché la Tunisia è il Paese del Nord Africa più vicino all’Italia. Vi sono dunque, in condizioni di normalità, 4 voli giornalieri (2 ITA Airways e 2 Tunisair e) che collegano le due capitali. Tunisair effettua collegamenti anche con Bologna, Milano, Napoli, Palermo e Venezia. Anche i collegamenti via nave con diverse compagnie italiane e tunisine sono costanti: Grimaldi collega i porti di Civitavecchia (una volta a settimana), Salerno e Palermo (2 volte a settimana) con Tunisi, e GNV la collega con i porti di Genova (2 volte a settimana), Civitavecchia e Palermo (1 volta a settimana). Una novità riguarda inoltre l’ampliamento dell’aeroporto Tunisi-Cartagine. Un consiglio ministeriale ristretto ha infatti approvato recentemente (notizia del 13/02/24) l’attuazione di una serie di progetti, tra cui la costruzione di un nuovo terminal nell’ambito dell’estensione dell’aeroporto di Tunisi-Cartagine. Secondo un comunicato diffuso dalla presidenza del governo, il nuovo terminal avrà una capacità di accoglienza di 8 milioni di passeggeri all’anno, portando così la capacità di accoglienza dell’aeroporto a un totale di 13 milioni di passeggeri all’anno. l progetto di estensione prevede anche l’ampliamento della pista dell’aeroporto, la costruzione di una nuova torre di controllo, la realizzazione di una linea ferroviaria che colleghi lo scalo al centro città e una seconda linea ferroviaria ad alta velocità che colleghi l’aeroporto di Tunisi a quello di Enfidha-Hammamet, oltre alla costruzione di una linea metropolitana tra il Lago di Tunisi e Bhar Lazreg.
QUADRO MACROECONOMICO
La bassa crescita del 2023 è stata accompagnata dall’aumento dei prezzi che alimenta lo scontento; il tutto in un contesto di diffusa disoccupazione, in particolare giovanile e di divariò tra aere più o meno sviluppate. L’elevato deficit dei conti pubblici è gravato anche dall’ipertrofico organico del settore pubblico e dal vasto sistema di sussidi, la cui revisione è frenata dalle tensioni sociali. La resistenza del governo ad attuare riforme ha bloccato un accordo per un finanziamento del FMI (Fondo monetario internazionale), cui è legato un ulteriore prestito UE.
La legge finanziaria 2024 stima comunque una crescita del PIL per l’anno in corso del 3%, indicatore confermato anche dalle recenti analisi della Banca Mondiale, che hanno però come presupposto l’adesione della Tunisia a un percorso di riforme economiche e finanziarie che possano risanare l’economia del Paese.
Nel primo semestre del 2023 l’economia tunisina è cresciuta in termini reali dell’1,2%. Nel 2022 il PIL tunisino è cresciuto invece del 2,4% e nel 2021 del 4,4%.
La lenta ripresa economica post-Covid è stata aggravata nell’ultimo anno dalla forte siccità che ha messo in ginocchio il settore agricolo.
D’altra parte, il boom del settore turistico ha portato nella prima metà del 2023 a una forte crescita dell’hotellerie e della ristorazione (+ 17% su base annua) e dei servizi di trasporto (+ 5%). Il settore manifatturiero, nel frattempo, ha registrato tassi di crescita contenuti, con punte del +6% per il tessile e l’abbigliamento e del +5% per l’industria meccanica ed elettrica.
L’inflazione ha iniziato a moderarsi dopo aver raggiunto il picco del 10,4% nel febbraio 2023, ma resta ancora elevata, con punte del 14% nel settore alimentare, poiché la siccità e la compressione delle importazioni hanno ridotto l’offerta nei mercati alimentari interni. Essa rimane comunque ben al di sopra del tasso di interesse, stabile all’8%.
Fonti : www.infomercatiesteri.it ; Calendario Atlante De Agostini 2024.
Testo a cura di Paola Scaccabarozzi