Un tempo florida provincia dell’impero romano, la Tunisia ricorda oggi il suo passato attraverso spettacolari vestigia presenti in numerosi siti del suo territorio. Si distinguono in particolar modo per la loro bellezza, lo stato di conservazione, l’originalità o le eccezionali dimensioni, i siti archeologici di Cartagine, Dougga, Sbeitla o Sufetula, Thuburbus Maius ed El Jem, con il suo grande anfiteatro.
Cartagine, fondata dai Fenici nell’814 a.C, fu una delle metropoli più potenti dell’antichità, capitale di una provincia i cui confini si estendevano fino alla Sardegna e alla Spagna.
A lungo rivali dei greci, i cartaginesi, detti anche punici o fenici, erano eccellenti navigatori, commercianti ed esperti agricoltori. Ma malgrado le importanti vittorie in battaglia del generale Annibale, nel 146 a.C i romani conquistarono Cartagine e ne fecero una delle più sontuose città del loro impero, tanto da arrivare ad accogliere in epoca imperiale più di 300.000 abitanti ed essere considerata il terzo centro più grande, dopo Roma ed Alessandria.
Le vestigia conservate nel sito archeologico di Cartagine (Patrimonio UNESCO) e nel suo museo, consentono di immaginare la sontuosità della città antica e di farla rivivere: serbatoi d’acqua con una capienza di milioni di litri, un foro e monumenti di dimensioni eccezionali, ville lussuose, statuette votive in terracotta e pasta di vetro e sarcofagi che ricordano culti orientali; maschere, gioielli ed amuleti carichi di potenti simbologie. E ancora, interi quartieri residenziali, il complesso delle Terme Antonine, tra le più grandi di tutto l’impero dopo quelle di Caracalla e Diocleziano a Roma, e infine i resti dello straordinario Porto, costituito da due bacini comunicanti e considerato nell’antichità un autentico capolavoro dell’ingegneria.
Nel cuore di una fertile pianura dove un tempo (e ancora oggi) si producevano cereali, olio e vino, sorge Thuburbus Majus, che fu insediamento berbero, poi fenicio ed infine, a partire dal 27 a.C, prospera colonia romana. Parzialmente distrutta dai vandali nel V secolo, fu definitivamente abbandonata dopo l’invasione degli arabi, e solo all’inizio del 1900 questo sito fu riscoperto e fatto oggetto di importanti scavi archeologici, che hanno portato alla luce numerosi templi, resti di ville patrizie, un grande Foro, terme d’estate e d’inverno, il Campidoglio e l’interessante Palestra dei Petronii con il suo lungo colonnato.
Ad un centinaio di chilometri a sud-ovest di Tunisi, si trova sito archeologico (Patrimonio UNESCO) dell’antica città romana di Dougga. 25 ettari di templi, abitazioni, teatri e terme collegati tra loro da un dedalo di vie lastricate che conducono al vero gioiello della città: lo spettacolare anfiteatro, con una capienza di 3500 spettatori. Notevoli anche il Campidoglio, dedicato alla triade Giove, Giunone e Minerva, la Piazza dei Venti, con una straordinaria pavimentazione a mosaico, il Foro, le terme di Licinio e la grande spianata dove un tempo sorgeva il Tempio di Celestis, dedicato a Giunone.
L’antica città romana di Sufetula, o Sbeitla, sorgeva su quello che oggi è un tavolato arido e brullo, ma nel I e II secolo d.C si presentava come altipiano fertile, coperto da foreste ed oliveti. Di questa città situata ai confini dell’impero romano, a fronteggiare le terre dei berberi, restano oggi vestigia di grande ricchezza. Il sito di Sbeitla è rilevante per il suo campidoglio, composto non da uno ma da ben tre templi affiancati e comunicanti, praticamente integri, dedicati a Minerva, Giove e Giunone, gli dei protettori di Roma. Memorabile lo scenario del Foro, a cui si accede da un monumentale arco, il teatro, le grandi terme, e il piccolo museo all’ingresso dell’area archeologica che raccoglie oggetti rinvenuti nel sito e alcuni mosaici.
Nei dintorni di Monastir, da non perdere è il grande anfiteatro romano di El Jem, il “colosseo d’Africa”, costruito intorno al 230 d.C su modello di quello di Roma. Il sesto per dimensioni dopo Roma, Capua, Pozzuoli, Verona e Cartagine, misura 150 metri di lunghezza, 124 di larghezza, 36 di altezza e poteva accogliere fino a 35.000 spettatori, che qui si raccoglievano per assistere agli spettacoli dei gladiatori.
Se oggi El Jem è una tranquilla cittadina dell’entroterra tunisino, duemila anni fa era una splendida “urbe”, tra le più importanti della provincia romana d’Africa, ricca soprattutto per la produzione di olio. A testimonianza di tale ricchezza, oltre all’eccezionale anfiteatro, restano oggi interessanti reperti conservati nel museo archeologico e la Maison d’Afrique, una villa romana interamente ricostruita, con mosaici spettacolari tra cui spiccano scene di caccia e di vita quotidiana.