Popolazione
Lo Zimbabwe conta una popolazione di 15.178.957, secondo il censimento del 2022.
La capitale Harare.
La sua forma di Governo è la Repubblica.
È etnicamente e culturalmente diversificato e costituito principalmente da due gruppi etnici e diverse altre comunità minori:
- L’etnia prevalente (circa il 70% del totale della popolazione) è quella nera bantu Shona. Si tratta di un gruppo etnico presente anche nello Zambia e in Mozambico. La loro è una storia molto antica, che risale a migliaia di anni fa. Uno degli esempi più noti della loro civiltà è il sito del “Grande Zimbabwe”, un complesso archeologico di rovine in pietra che testimonia una società avanzata già nel Medioevo. Gli Shona sono pastori e agricoltori che coltivano piselli, arachidi, mais, diversi tipi di vegetali, zucche e patate dolci. Hanno anche una lunga tradizione di produzione artigianale, in particolare per quanto concerne la scultura in pietra raffigurante figure umane e animali. Dal punto di vista artistico è estremamente interessante anche la musica “mbira”, un genere musicale basato sull’uso di uno strumento chiamato appunto “mbira” o “piano a pollice”. Questo strumento, insieme a tamburi, è utilizzato in molte cerimonie tradizionali e rituali. La loro lingua shona è una lingua bantu con diverse varianti dialettali, tra cui il Zezuru, il Karanga, il Manyika, il Ndau, e il Korekore. Viene utilizzata nel Paese sia nei media, sia nelle scuole che dalle istituzioni politiche. La religione tradizionale Shona è fortemente basata sul culto degli antenati.
- Ndebele è il secondo gruppo etnico dal punto di vista numerico che costituisce circa il 20% della popolazione. La loro origine è ancora misteriosa, anche se l’ipotesi più accreditata è che siano imparentati con gli Swazi (gruppo dell’etnia Ngoni al quale appartengono anche gli Zulu) e che la loro storia sia legata alla migrazione del popolo Nguni dalla regione dell’attuale Sudafrica nel XIX secolo sotto la guida del re Mzilikazi. Anche la loro cultura è fortemente influenzata dalle tradizioni guerriere e dall’artigianato. Le donne Ndebele svolgono un ruolo centrale nella vita familiare e nella società e, oltre a occuparsi di attività domestiche e casalinghe, sono fondamentali nella trasmissione della cultura attraverso la pittura murale e la lavorazione delle perline. La loro lingua è l’isiNdebele, una lingua bantu, molto simile allo zulù. Come molte altre popolazioni bantu, anche gli Ndebele praticano il culto degli antenati.
- Oltre a queste principali etnie ci sono gruppi minori che rappresentano comunque una parte importante della diversità culturale del paese. Sono: i Tonga che vivono principalmente lungo il fiume Zambesi, vicino al confine con la Zambia, in particolare nelle regioni nord-occidentali del Paese; i Kalanga che vivono nelle regioni occidentali dello Zimbabwe, specialmente nella provincia di Matabeleland, vicino al confine con il Botswana; i Venda presenti principalmente nel sud dello Zimbabwe, vicino al confine con il Sudafrica; i Chewa che si trovano soprattutto nel nord-est dello Zimbabwe, vicino al confine con il Malawi e lo Zambia; i Nambya che vivono principalmente nella zona di Hwange, nel nord-ovest dello Zimbabwe; i Tsonga, nel sud-est dello Zimbabwe, vicino al confine con il Mozambico e il Sudafrica. Infine le piccole comunità Hadzabe (anche noti come San o Boscimani) che si trovano in alcune aree remote dello Zimbabwe, soprattutto vicino al confine con il Botswana e quelle degli Xhosa che vivono in alcune zone del sud-ovest dello Zimbabwe. Ci sono ancora pochi bianchi, principalmente britanni (retaggio del periodo coloniale) e asiatici, soprattutto indiani.
Lingue
In Zimbabwe si parlano numerose lingue, che riflettono la diversità etnica del paese.
Le lingue ufficiali riconosciute dalla costituzione dello Zimbabwe, caso unico nel suo genere, sono 16, e si dividono tra lingue bantu e lingue non bantu. Ecco una panoramica delle principali lingue parlate nel paese:
- Shona: la parla circa il 70% della popolazione. È infatti la lingua più parlata e fa parte del gruppo delle lingue bantu. Ha diverse varianti dialettali, come il Zezuru, il Karanga, il Manyika, il Ndau e il Korekore. È una delle lingue ufficiali e viene usata ampiamente nei media, nell’istruzione e nella vita quotidiana.
- Ndebele: la parla circa il 20% della popolazione. Conosciuta anche come isiNdebele, è un’altra lingua bantu. Appartiene al gruppo delle lingue nguni, insieme allo zulu. È la lingua principale della popolazione Ndebele e viene parlata principalmente nella regione di Matabeleland, nel sud-ovest del paese.
- Inglese: è la lingua della burocrazia, dell’istruzione e del governo. È utilizzato in contesti formali, come nei tribunali, nei documenti ufficiali e nelle scuole, specialmente ad alti livelli. Sebbene sia parlato fluentemente da una parte della popolazione, non è la lingua madre della maggioranza degli zimbabwesi.
- Tonga: parlata da una piccola parte della popolazione (non ci sino dati precisi), è utilizzata principalmente nella parte nord-occidentale del paese, vicino al fiume Zambesi, ed è una lingua bantu.
- Kalanga: parlata da una minoranza nella provincia di Matabeleland. Si tratta di una lingua bantu della regione occidentale dello Zimbabwe, vicino al confine con il Botswana. La lingua è strettamente legata a vari dialetti parlati in Botswana.
- Venda: parlata da una minoranza nel sud dello Zimbabwe, vicino al confine con il Sudafrica, il venda è, infatti, una lingua bantu che è maggiormente parlata nella provincia di Limpopo, in Sudafrica, ma ha una comunità significativa nello Zimbabwe.
- Chewa: parlata da una minoranza nel nord-est, più specificamente nelle zone vicine al confine con lo Zambia e il Malawi. È una lingua bantu diffusa anche in Malawi e Zambia, ed è legata alla storia delle migrazioni.
- Tsonga: è la lingua di una minoranza nel sud-est dello Zimbabwe. È parlata anche in Sudafrica e Mozambico.
- Sotho: parlata da una piccola comunità nel sud-ovest del Paese, strettamente legata alla lingua parlata in Lesotho e Sudafrica.
- Xhosa: lingua di una piccola comunità nel sud-ovest. Si tratta di una lingua parlata principalmente in Sudafrica, ma c’è una piccola comunità che la parla anche nello Zimbabwe.
- Nambya: parlata da una minoranza nelle regioni nord-occidentali, soprattutto intorno a Hwange. E’ una lingua bantu.
- Chibarwe: lingua bantu parlata da una minoranza nello Zimbabwe.
- Tswana: lingua parlata soprattutto in Botswana, ma ci sono piccole comunità di parlanti anche in Zimbabwe, nelle aree confinanti con il Botswana.
- Sign Language (Lingua dei segni): è una delle lingue ufficiali del paese e viene utilizzata dalla comunità dei non udenti per la comunicazione.
- Ndau: dialetto del shona, parlato principalmente nella regione di Manicaland, vicino al confine con il Mozambico. È influenzato dalla lingua portoghese, parlata nella vicina Mozambico.
- Koisan (o San): note per i loro suoni a scatto, sono parlate da piccole comunità di cacciatori-raccoglitori Hadzabe (San) nello Zimbabwe, vicino al confine con il Botswana.
Religione
La religione maggiormente praticata è quella Cristiana, circa l’85% della popolazione.
Si tratta per lo più di protestanti, tra cui anglicani, metodisti, chiese battiste, presbiteriane e pentecostali. Le chiese pentecostali, in particolare, hanno visto una rapida crescita negli ultimi decenni. Una minoranza significativa è cattolica. La Chiesa cattolica è ben radicata e ha una lunga storia in Zimbabwe, soprattutto per il ruolo che ha svolto in ambito educativo e sanitario.
Oltre alle chiese cristiane tradizionali, esistono anche chiese indipendenti africane, come la Chiesa apostolica dello Zimbabwe e la Chiesa di Zion, che combinano elementi del cristianesimo con credenze e pratiche religiose africane tradizionali.
Le religioni tradizionali africane sono minoritarie e diffuse soprattutto nelle zone più remote. Una delle pratiche più diffuse è il culto degli antenati. Si crede che gli spiriti degli antenati abbiano un’influenza diretta sulla vita quotidiana, proteggendo la famiglia e garantendo il benessere della comunità. I riti per placare o invocare gli antenati, noti come “kurova guva”, riflettono le credenze tradizionali.
Testo a cura di Paola Scaccabarozzi