La storia dello Zimbabwe ha origini antichissime che affondano nella preistoria.
- Le tracce più antiche lasciate dall’uomo in Zimbabwe includono manufatti di tipo acheuleano (strumenti di pietra che risalgono al periodo paleolitico medio, da circa 1,76 milioni a 100.000 anni fa) risalenti a circa 1,5 milioni di anni fa. Questi strumenti di pietra sono stati trovati in diverse località del Paese, tra cui: depositi delle Cascate dello Zambesi che indicano la presenza di gruppi di cacciatori-raccoglitori molto antichi e nel sito Lochard, sul fiume Bembesi che forniscono evidenze di attività umane risalenti a epoche molto remote.
- Per quanto concerne le epoche successive, anche se non ci sono stati ritrovamenti archeologici, un importante riferimento è costituito dal testo greco risalente alla prima metà del I sec. d.C., noto come il “Periplo del Mar Eritreo”. Si tratta di un’antica opera di geografia e navigazione che descrive le coste del Mar Rosso e parte dell’Africa orientale, fornendo informazioni utili per i navigatori e i mercanti dell’epoca. Il testo è estremamente utile anche per comprendere la realtà dello Zimbabwe perché coinvolta in un sistema commerciale molto articolato con regioni extra-africane (Asia e Medio Oriente) e che vedeva l’Africa Orientale come punto nodale di scambio fino alle zone interne situate nell’Africa australe.
- Nei secoli successivi e, in particolare tra il XII e il XV secolo, sono aumentati i traffici commerciali in Zimbabwe. Ciò è accaduto soprattutto quando Kilwa, situata sulla costa del moderno Tanzania e diventata una delle città-stato più importanti dell’Africa orientale, fungeva da hub commerciale, collegando le regioni interne dell’Africa (come lo Zimbabwe e il Malawi) con il Medio Oriente e l’India. Le navi mercantili si fermavano a Kilwa per scambiare beni come oro e avorio dall’Africa e spezie e tessuti dall’Asia. L’oro, in particolare, proveniva dall’altopiano dello Zimbabwe, ricco di giacimenti. L’emergere di Kilwa è inscindibile dal sviluppo delle “chefferies” (unità amministrative tradizionali o capitanerie presenti in diverse culture africane, in particolare in quelle delle regioni subsahariane) e dagli stati dell’entroterra come il “Grande Zimbabwe”.
- Le rovine del “Grande Zimbabwe”, scoperte dall’esploratore britannico William H. H. McCulloch nel 1867 e luogo di scavi sistematici dagli anni Novanta dell’Ottocento a opera dell’archeologo C. William Thornton, costituiscono la rappresentazione di quello che fu un regno molto potente in epoca medioevale, dal X-XI al XV secolo. Il regno controllava infatti lo sfruttamento dell’aviario e dell’oro e il commercio di metalli, in particolare il rame. Lo sviluppo del commercio ha indubbiamente svolto un ruolo cruciale per l’affermarsi di élite gerarchiche. Proprio come le città mercantili sulla costa, anche il “Grande Zimbabwe” sviluppò un artigianato tessile per uso locale e un commercio con le province e le sue periferie. Lo Zimbabwe è il prototipo delle formazioni politiche all’interno del continente africano in cui le élite esercitavano un’egemonia politica regionale a una certa distanza dalle città costiere. Un secolo prima, Maoungubwe, sulla riva sudafricana del fiume Limpopo, aveva svolto un ruolo analogo.
- Nel 1440 secolo si affermò l’Impero di Monomotapa, noto anche come Gran Monomotapa. Situato tra l’odierno Zimbabwe e il Mozambico, questo impero fiorì tra il XV e il XVII secolo e si sviluppò principalmente grazie al commercio dell’oro e dei minerali. Notevoli furono le relazioni commerciali con gli arabi (con cui Monomotapa commerciava certamente in schivi) e con gli europei, in particolare modo portoghesi.
- Il periodo successivo e precoloniale resta caratterizzato, fino al XIX secolo, dalla presenza di vari gruppi etnici, tra cui gli Shona e i Ndebele, mentre l’impero di Monomotapa aveva già una storia di prosperità e scambi commerciali.
- Nel XIX secolo, gli europei iniziarono ad esplorare e a stabilire contatti commerciali con la regione. I portoghesi furono tra i primi ad arrivare, seguiti dai missionari e dai commercianti britannici.
- Fu però Cecil Rhodes, esploratore e uomo d’affari inglese a ottenere nel 1888 il diritto di estrazione mineraria nella regione tramite la British South Africa Company. Questo portò alla creazione della “Rhodesia”, una colonia britannica. Rhodes dette, infatti, il proprio nome alle regioni che divennero note come Rhodesia meridionale, l’attuale Zimbabwe e Rhodesia settentrionale (attuale Zambia).
- La colonizzazione incontrò resistenza da parte delle popolazioni locali. Ci furono diversi conflitti, tra cui le Guerre Matabele (1893-1894) tra i coloni britannici e i Ndebele. Questi conflitti portarono a una brutale repressione e all’instaurazione del controllo coloniale. Rhodes, che morì nel 1902, lasciò infatti la gestione diretta del territorio alla British South Africa Company, che fungeva da organo amministrativo fino al 1923.
- Nel 1923, la Rhodesia Meridionale divenne una colonia auto-amministrata del Regno Unito, ottenendo un certo grado di autonomia. Questo passaggio portò alla creazione di un governo locale, dominato dalla minoranza bianca, mentre la maggior parte della popolazione nera rimase esclusa dalle decisioni politiche.
- Negli anni Trenta e Quaranta, le politiche discriminatorie furono intensificate, con leggi che limitavano i diritti dei neri in settori come l’istruzione, la proprietà e l’occupazione. Questo periodo vide anche l’imposizione di tasse e lavori forzati, alimentando il malcontento tra la popolazione nera.
- Durante la Seconda guerra mondiale i rhodesiani combatterono accanto al Regno Unito e nel 1953, nonostante l’opposizione di gran parte della popolazione bantu, le due Rhodesie vennero incorporate con il Nyassaland (l’attuale Malawi), nella Federazione della Rhodesia e del Nyassaland.
- Negli anni Cinquanta e Sessanta emersero intanto movimenti di resistenza, come il Zimbabwe African National Union (ZANU) e il Zimbabwe African People’s Union (ZAPU). Questi gruppi iniziarono a mobilitare la popolazione contro le ingiustizie coloniali e razziali e portarono anche alla fine della Federazione, il cui ruolo dominante era sempre stato quello dello Zimbabwe.
- L’11 novembre del 1965, il Primo Ministro della Rhodesia Meridionale, Ian Douglas Smith, segretario del partito bianco “Fronte Rhodesiano” proclamò l’indipendenza della colonia dalla Gran Bretagna, ma non fu riconosciuta a livello internazionale. Il paese assunse il nome ufficiale di Repubblica di Rhodesia che non fu riconosciuta neppure dall’ONU. Anzi, per la prima volta nella storia dell’ONU, furono applicate sanzioni economiche.
- Lo Zimbabwe ottenne infatti l’indipendenza solo il 18 aprile 1980, dopo anni di lotte e conflitti. Robert Mugabe, leader del Zimbabwe African National Union (ZANU), assunse il ruolo di primo ministro, segnando l’inizio di un nuovo capitolo nella storia del paese.
- Gli anni immediatamente dopo l’indipendenza videro progressi significativi nell’ambito agricolo, in quello dell’istruzione e sanità. Il governo di Mugabe adottò politiche per migliorare le condizioni di vita della popolazione nera e cercò di promuovere una politica di riconciliazione tra bianchi e neri, anche se le tensioni razziali rimasero.
- A partire dalla fine degli anni Ottanta, l’economia iniziò a declinare a causa di fattori come la siccità, la cattiva gestione economica e l’inflazione crescente.
- La formazione del Movimento per il Cambiamento Democratico (MDC) nel 1999 portò a una crescente opposizione al governo di Mugabe.
- A partire dal 2000, il governo avviò una controversa riforma agraria, espropriando terreni dai proprietari bianchi per ridistribuirli ai contadini neri. Questo processo portò a violenze e a un collasso dell’agricoltura commerciale. Lo Zimbabwe affrontò così una delle peggiori crisi economiche della sua storia, con iperinflazione, disoccupazione e carenze alimentari.
- Le elezioni presidenziali del 2008 furono segnate da violenze e irregolarità, con Mugabe che dichiarò la vittoria nonostante le contestazioni.
- Nel 2009, un governo di unità nazionale fu formato con l’MDC, ma la situazione economica rimase difficile.
- Nel novembre 2017, Mugabe fu destituito in un colpo di stato militare. Emmerson Mnangagwa divenne il nuovo presidente. Nonostante il cambio di leadership, il paese ha continuato a fronteggiare gravi problemi economici e sociali, tra cui corruzione e instabilità politica.
Testo a cura di Paola Scaccabarozzi